William Shakespeare

Pene d’amor perdute

Brillante e sofisticata, Pene d’amore perdute (composta probabilmente tra 1593 e 1596) è, tra le commedie di Shakespeare, anche una delle piú enigmatiche. Possibili riferimenti a situazioni e a personaggi storici sembrano farne un testo “a chiave”, decifrabile come messaggio politico o filosofico, ma in primo piano risaltano il gioco linguistico e retorico, la comicità di vivaci dialoghi serrati, lo scintillio dell’intelligenza contrapposto alla pedanteria ridicola e all’ignoranza.

Il clima festoso di scherzi e di mascherate, preludio prevedibile di amori simmetrici tra le coppie dei personaggi, viene però bruscamente interrotto dalla comparsa di un misterioso messaggero che impone di riflettere sul tempo e sulla morte. Caso unico nell’opera del drammaturgo inglese, oltre metà del testo è in versi e predomina la rima: un gioco con le forme poetiche che questa nuova traduzione rispetta e riproduce, sottolineandone la funzione di comica e consapevole demistificazione della retorica amorosa.

William Shakespeare

La curatrice: Loretta Innocenti insegna Letteratura Inglese all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Le sue ricerche sono incentrate sul rapporto tra parola e immagine. Negli ultimi anni si è occupata della “visualità” come modello di percezione e di