Vittorio Imbriani

Passeggiate romane

Roma, proprio come spesso accade alle donne molto belle, ha da sempre suscitato ammirazione e invidia» (dalla Presentazione di Walter Veltroni). Quando qualcosa piace alle anime del volgo, deve avere del volgare»: non ammette compromessi il piglio aristocratico di Vittorio Imbriani che, sulla scorta di questa dichiarazione di estetica, si aggira irritato tra i monumenti e le bellezze di Roma, da poco diventata capitale del regno. Piazza del Popolo? È «fredda, simmetrica». San Giovanni in Laterano? «Una chiesaccia». Il Mosè di Michelangelo? Ha una faccia «brutale», da «camorrista». In una sorprendente galleria di stroncature, nulla si salva sotto il giudizio impietoso dello scrittore napoletano, che da polemista bastian contrario qual è, demolisce luoghi comuni e idee correnti.

Vittorio Imbriani

Vittorio Imbriani (Napoli 1840 – Roma 1886) trascorse la giovinezza in esilio insieme al padre. Tra i garibaldini nel 1866, fu fatto prigioniero e deportato in Croazia. Divenne poi filo-monarchico. Fu di temperamento bizzarro e polemico.