Honoré De Balzac

I Proscritti

Libro fondatore dell’immaginario dell’esilio, i Proscritti rappresenta, all’interno dell’“edificio” balzachiano quella soglia che l’Autore attraversa nel momento in cui avverte in sé il nascere di una nuova poetica. Punto d’incontro delle riflessioni giovanili d’ispirazione mistica e dell’attrazione per il pensiero scottiano – dunque attinente a un progetto di scrittura sul versante del romanzo storico –, in esso Balzac si misura con quella «visionarietà del reale attenta all’immensa verità dei dettagli» che gli permetterà di addentrarsi nel labirinto della Commedia umana. Redatto nel 1831, troverà la sua collocazione all’interno degli Studi filosofici soltanto nel 1840; tra i suoi protagonisti, Dante Alighieri e Sigieri di Brabante, figure nelle quali Balzac si è rispecchiato nella condivisione di un analogo ideale di perfezione e di impossibile Unità che incontra, in un doloroso destino di proscrizione, l’apertura verso il “mistero delle cose” e della loro ricreazione nell’opera d’arte.