Nel Candaule stridono le passioni più smodate. Zaverio e Vittoria: il racconto delle contraddizioni di ogni legame affettivo e dell’indole irrazionale dell’amore. Il titolo è un prestito dall’antica leggenda narrata da Erodoto, secondo cui il re Candaule fu tanto babbeo da far vedere sua moglie nel bagno a Gige, suo favorito, perché ne ammirasse la bellezza. Ma nel racconto di Sacchetti non v’è nulla di mitologico, l’azione si svolge a Napoli e sebbene ricordi nelle linee principali la favola greca, tutto è moderno. Con il suo stile «efficace, vario, flessuoso», che seppe cogliere l’ammirazione della critica e anche del pubblico, Sacchetti ritrae con straordinaria e impressionante fedeltà le contraddizioni dell’animo umano, anticipando anche tecniche narrative che si ritroveranno in Pirandello.

Roberto Sacchetti

Roberto Sacchetti (Torino 1847-Roma 1881), ingiustamente relegato tra i minori della Scapigliatura, fu giovane garibaldino e attivissimo giornalista; grazie alla sua capacità di essere piacevolmente eterogeneo tanto nei toni quanto nei contenuti.