Gregorio VII è tra le figure di spicco del Medioevo. Fu Papa dal 1073 al 1085: un decennio noto come età gregoriana, età di guerre, scomuniche e riforme. Il suo pontificato mutò profondamente i rapporti tra Papato e Impero, attraverso il Dictatus papae Gregorio rivendicò la superiorità del potere spirituale su quello temporale.
Fu un riformatore, forse un eversivo, sicuramente in lui e attraverso di lui presero corpo processi che avrebbero condotto la cristianità o l’Europa alle origini della modernità. Fu in lotta con il Sacro Romano Impero per le investiture, con i vescovi per debellare la piaga della simonia dalla Chiesa, con il proprio tempo per affermare l’egemonia di un potere che volle al di sopra di ogni forza terrena, sottoposto soltanto al dominio celeste dell’altissimo di cui si sentì il vicario, fino a pagarne il prezzo.
Sulla sua tomba, presso la Cattedrale di Salerno, è scritto: ho amato la giustizia e ho odiato l’iniquità: perciò muoio in esilio.

Glauco Maria Cantarella

ha insegnato Storia medievale presso l’Università di Bologna ed è membro del consiglio scientifico dell’Istituto Storico Italiano per il Medioevo di Roma. Ha studiato la dominazione normanna nell’Italia meridionale, le relazioni tra papato e impero. Per la Salerno Editrice ha pubblicato Gregorio VII (Roma 2018), premio .Livio Giuseppe Borghese 2019.