Verina R. Jones
Le dark ladies manzoniane e altri saggi sui 'Promessi Sposi'

- Casa editrice: Collane
- Collana: Studi e saggi, 19
- ISBN: 9788884022431
- Soggetti: Letteratura italiana II. Otto e Novecento. Saggi
- pp. 172
I Promessi sposi sono indubbiamente, oltreché uno dei capolavori della letteratura italiana, tra le opere più studiate in Italia e all’estero. Ulteriore conferma di questo interesse internazionale viene dai saggi raccolti nel presente volume, i quali sono stati pensati e scritti “fuori d’Italia” e in qualche modo filtrati attraverso un’ottica esterna, anche se non estranea, alla posizione tutta particolare occupata da Manzoni nella cultura e nell’immaginario degli italiani.
L’autrice – nata a Milano, ma residente da molti anni in Inghilterra, docente di Italianistica all’Università di Reading – ha inteso offrire un contributo a capire come è fatto, e di cosa è fatto, il romanzo, a far luce sulla complessa griglia di meccanismi letterari che si nasconde al di sotto della superficie realistico-mimetica del testo dei Promessi sposi. L’attenzione è focalizzata in particolare proprio sui rapporti tra il “testo” manzoniano e l’“extra-testo”, che può configurarsi di volta in volta come materiale storico o culturale in senso lato. O come vera e propria fonte, letteraria o storica. La particolare prospettiva adottata dall’A. permette poi, attraverso una fitta rete di rimandi e di connessioni intertestuali, di ricostruire l’uso che Manzoni fa delle proprie fonti, analizzandone, in altre parole, l’interazione con il nuovo contesto letterario nel quale vengono inserite. Il “gioco” di echi, prestiti, allusioni si chiude, nell’ultimo capitolo, con un esempio di intertestualità in direzione opposta: i Promessi sposi come fonte letteraria, in questo caso, della Chimera di Sebastiano Vassalli.
Emergono dal vaglio critico, in molti casi, conclusioni anche inaspettate sull’ideologia sottesa al romanzo, niente affatto monolitica, anzi per molti versi contraddittoria e multiforme, e in ogni caso aliena dai facili ottimismi di quello stesso liberalismo borghese risorgimentale di cui Manzoni è, in qualche modo, espressione.