AA.VV.
Poesie d’amore dei trovatori
€24,00
- Casa editrice: Salerno Editrice
- Collana: I diamanti/serie blu: i classici stranieri
- A cura di: Zeno Verlato, Dan Octavian Cepraga
- In libreria dal 01/05/2007
- ISBN: 978-88-8402-561-6
- Soggetti: Filologia italiana e romanza, filologia germanica. Testi
- Volume di cm. 11,3x7,5; pp. XCVIII-554 ; rilegato in piena pelle blu, con incisioni in oro sui piatti e sui dorsi.
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Giornale di Vicenza del 25/08/2009
Fabio Giaretta -
Salesianum del 25/06/2009
Remo Bracchi -
Manifesto del 17/01/2009
Francesco Stella -
Corriere della Sera del 20/08/2007
Cesare Segre -
Famiglia Cristiana del 13/07/2007
Ermanno Paccagnini
Paradosso della poesia dei trovatori: lingua morta di una civiltà sparita da secoli – morta mentre la sua vita esplodeva (morta per troppa vita) – oggi patrimonio di pochi specialisti, eppure radice inconscia di tanta parte del nostro linguaggio (non solo poetico), e di alcune nostre abitudini irriflesse. Così ancora oggi, pur affondando nel buio le radici, gli atti della nostra borghese cavalleria, i nostri pur modesti corteggiamenti, le nostre affabili cortesie mimate ed esteriori – aprire le porte alle signore, regalare loro versi d’amore; e il loro farsi pregare, il concedere un cenno – ripetono stilizzate intenzioni, parole e norme stabilite per la prima volta da poeti, da chierici, da uomini d’arme del Mezzodì francese, impegnati in sforzo comune a dare forma alla propria vita sociale – nel nome dell’amore, metafora universale di tutti i rapporti umani. Non c’è dubbio che il grande modello della cortesia, le forme e i codici concettuali elaborati all’interno della poesia trobadorica, abbiano segnato profondamente gran parte della tradizione lirica occidentale: senza i trovatori, la poesia d’amore europea, anzi tutta la moderna lirica d’arte, avrebbe mostrato un altro volto.
AA.VV.
Chiose Palatine (Ms. Pal. 313 della Biblioteca Nazionale di Firenze)