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Gli “irregolari” nella letteratura. Eterodossi, parodisti, funamboli della parola. Atti del Convegno di Catania, 31 ottobre-2 novembre 2005

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Le infrazioni alle regole del canone sono proprio quelle forze centrifughe che danno alla letteratura il suo aspetto proteiforme, la costringono, tramite gli strumenti della satira, della parodia, del grottesco, ad evolversi. Si pensi già ai più irriverenti esperimenti di parodia medievale e alle dissacrazioni religiose, così come alle oscenità dei vituperia e delle tenzoni poetiche; altre volte invece l’eversione è gioco dissacrante, è il gratuito piacere dell’assurdo o delle infrazioni linguistiche o metriche: le frottole o la poesia del nonsenso. Naturalmente sono implicati anche gli “antigeneri”, e irregolare è certo quella poesia che Croce ha chiamato «dialettale riflessa», più specificamente macaronica e dialettale pavana (Folengo e Ruzzante), ma anche napoletana, bolognese, lombarda, romanesca, ecc., che, in qualche modo, si protrae fino a Gadda. In questa prospettiva si pone il Convegno promosso – nel quadro delle proprie attività istituzionali – dal Centro Pio Rajna per il 2005, con la partecipazione di alcuni tra i maggiori studiosi italiani e stranieri.